Clemente VII (Giulio de’Medici), 19 novembre 1523 – 23 settembre 1534.

Doppio carlino anno XI, AR 5,38 g. CLEMENS VII PONT MAX AN XI Busto a s. con piviale ornato. Rv. QVARE DV – BITASTI Il Redentore, a d., solleva S. Pietro dalle acque; in basso, nel mezzo, segno di Giacomo Balducci zecchiere. Muntoni 42. Berman 841. MIR 809/6. Rarissimo. Debolezze di conio, altrimenti migliore di BB Questa rarissima moneta è uno dei capolavori di Benvenuto Cellini che, su un tondello dal minimo spessore è riuscito ad esprimere tutta la sua abilità incisoria, dando un senso di profondità nonché di movimento alla rappresentazione. Evidentemente, la piccola opera d’arte che era riuscito a creare, suscitò grande apprezzamento quando fu presentata alla corte papale tanto che, nella sua stessa autobiografia, Cellini si compiacque di citare un commento oltremodo positivo rilasciato nei confronti del suo operato da Giambattista Sanga, segretario del papa. Come modello di riferimento alla scena del rovescio, l’artista sicuramente deve essersi ispirato al mosaico giottesco posto sulla facciata interna del portico della Basilica di San Pietro, che rappresenta una navicella in procinto di affondare con a bordo gli Apostoli, San Pietro e Gesù che tende loro la mano per salvarli. Probabilmente questa scena allegorica voleva rappresentare la rinnovata fiducia del pontefice in un futuro migliore dopo le traversie affrontate, come il diffondersi della riforma luterana, lo scisma della chiesa inglese sotto Enrico VIII ed il sacco di Roma. Infatti, l’intricata situazione politica venutasi a creare dopo tale evento, a perenne ricordo del quale si fece crescere la barba, stava risolvendosi grazie alle risoluzioni prese da Francesco I di Valois e Carlo V d’Asburgo, dopo la ratifica della pace di Cambray del 5 agosto1529.