Venezia. Andrea Dandolo (1342-1354). Prova o falsificazione coeva in rame del ducato in oro. D/ San Marco nimbato, stante a sinistra, porge il vessillo terminante in croce al Doge genuflesso; lungo l’asta, DVX. R/ Il Redentore stante di fronte entro aureola ellittica cosparsa di stelle. Cf. CNI tav. III, 15; Cf. Paol. 1; Cf. Gamb. III 419. AE. 1.90 g. 22.50 mm. RR. Enigmatico esemplare in bronzo che ricorda quelli rinvenuti a Monza nel 1849. Come affermava il Gamberini si ritennero questi esemplari inizialmente prove di zecca ma successivamente, viste le irregolarità delle legende e la scrorrettezza delle medesime, falsi d'epoca. Si censirono tre nominativi all'interno dell'insieme: Marco Corner, Andrea Contarini e Antonio Venier. Il nostro esemplare, che è da escludersi appartenere alla categoria degli "zecchini da berretto", sempre unifaci e forati, sembra essere attualmente l'unico nominale riportante il nome di Andrea Dandolo. Lo stile della moneta poi, ricco di particolari e congruo con lo stile veneziano lascia aperta la possibilità che si tratti di una prova di conio in lega. Bel BB.