MEDAGLIE RELIGIOSE – SAN NICOLA DA TOLENTINO – PLACCA. Placca con tondo raffigurante San Nicola da Tolentino con nimbo, agli angoli superiori dei gigli, in basso due angeli contrapposti reggono un drappo su cui è scritto S. NICOLA DA TOLENTINO, sopra sole raggiante. Rovescio anepigrafo. Realizzato in bronzo dorato (AE) (Dimensioni 63x42mm, 43.8g) Conservazione BB. Nicola da Tolentino, al secolo Nicola di Compagnone (Sant'Angelo in Pontano, 1245 – Tolentino, 10 settembre 1305), è stato un frate dell'Ordine di Sant'Agostino ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica che lo ha canonizzato nel 1446. Nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano (Macerata) nella Diocesi di Fermo. I suoi genitori, Compagnone de Guarutti e Amata de Guidiani (i cognomi potrebbero semplicemente indicare i loro luoghi di nascita e forse la famiglia era quella dei Compagnoni), erano gente pia. La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Bari, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. La leggenda narra ancora che il concepimento sia avvenuto nella limitrofa città di Modugno, di cui oggi il santo è il patrono. Si distinse a tal punto nei suoi studi che, prima che essi fossero compiuti, venne fatto canonico della chiesa del Santissimo Salvatore a Sant'Angelo in Pontano. Ascoltando una predica di un eremita agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscentia ejus ("Non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza"), avvertì la chiamata alla vita religiosa. Implorò allora l'eremita di ammetterlo nel proprio ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino. Già prima dell'ordinazione fu mandato in diversi conventi dell'ordine: Fermo, San Ginesio, Recanati, Macerata e altri, e i biografi mettono in evidenza che fu un modello di generoso impegno verso la perfezione. Fece i voti solenni a meno di diciannove anni. Nel 1269 fu ordinato sacerdote da Benvenuto Scotivoli. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant'Agostino di Tolentino rimase fino alla sua morte nel 1305. Trascorse gli ultimi trent'anni della sua vita, predicando quasi ogni giorno. Sebbene negli ultimi anni la malattia mise alla prova la sua sopportazione, continuò le sue mortificazioni quasi fino al momento della morte. I devoti ne ricordano la mitezza, l'ingenua semplicità e la dedizione per la verginità, che non tradì mai, custodendola con la preghiera e la mortificazione.
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