Pio VII (Barnaba Chiaramonti di Cesena), 1800 – 1823.

Medaglia anno IV/1803, AV 32,61 g. Ø 37,7 mm. Per il riassetto del sistema monetario (opus: Giovanni Hamerani). PIVS VII – P M AN IV Busto a s. con zucchetto, mozzetta e stola; sul taglio della spalla, I HAMERANI. Rv. MONETA – RESTITVTA Roma galeata, seduta verso d., regge nella mano s. una bilancia e, nella d., una cornucopia; all’esergo, MDCCCIII. Bartolotti E803.
Estremamente rara. q.Fdc

Tramite la Congregazione economica si provvide a riorganizzare sia le finanze dello Stato che il corso delle monete. All’ascesa al soglio di Pietro di papa Chiaramonti lo Stato della Chiesa si trovava in disastrose condizioni finanziarie, a causa dei ben noti avvenimenti della fine del XVIII secolo, quali l’occupazione francese e l’avvento della Repubblica romana. Questi fatti avevano provocato una generale confusione socio-economica e il sistema monetario inevitabilmente ne risentì. L’inflazione crescente, l’immissione nella circolazione dei buoni repubblicani, sul modello degli assegnati francesi, causarono uno svilimento del potere d’acquisto in particolar modo della moneta minore. A tal riguardo venne attuato un importante provvedimento, ovvero il bando e ritiro della vecchia monetazione in rame emessa sotto Pio VI e la Repubblica romana (madonnine, sampietrini e alberelli), con l’introduzione di una nuova (suddivisa in baiocchi, mezzi e quattrini) che più stabilmente sarebbe durata fino a Gregorio XVI. Con l’intervento riformatorio messo in atto dal pontefice, tramite la conduzione di importanti figure quali il cardinal Consalvi e il monsignor Lante, anche il bilancio dello Stato trovò notevoli miglioramenti, arrivando persino a chiudere in attivo.